Storie di donne

Anna Maria Scarfò è stata e sarà sempre una figura molto importante per me.
Circa un paio di anni fa presi un giornale e cominciai a leggerlo. Nella sezione storie di donne lessi il titolo: "Stuprata da mezzo paese e considerata un poco di buono" ... Curiosa di sapere il contenuto dell'articolo cominciai a leggere. Quella notte non dormii... Passai tutto il tempo a piangere :( 
La storia di "Annarella" mi è rimasta impressa nell'anima ed è stato il mio primo passo verso la lotta contro la violenza femminile...
Lei è una donna coraggiosa che ha avuto la forza e il coraggio di dire BASTA quando avevano cominciato a mettere gli occhi sulla sua sorellina. Anna non poteva permettere che facessero alla bambina ciò che per 2 anni avevano fatto a lei e allora andò alla polizia e denunciò uno per uno i suoi aggressori...

La storia di Anna Maria Scarfò purtroppo non è singolare. Ci sono ogni giorno casi e casi di donne violentate...
Basti pensare che una donna su 3 nella propria vita ha subito violenze e soprusi almeno una volta! Un dato sconcertante!
Perciò non rimanere impassibile davanti allo schermo perché non possiamo di certo accettare qualcosa di così terribile!
Partecipa anche tu alla nostra lotta: NON TE NE PENTIRAI! 

Veniva da Casale Monferrato, Valentina. Era arrivata a Milano con tutto l'entusiasmo dei suoi 22 anni, affascinata dalla grande metropoli che offre tante opportunità ai giovani. Studiava medicina e aveva un fidanzato che amava. Una vita che stava sbocciando. Tutto è finito una sera di giugno del 2002, mentre Valentina e il suo ragazzo amoreggiavano in auto in un parcheggio. All'improvviso l'orrore, che distrugge per sempre i sogni e la vita di questa dolce e bella ragazza. Due uomini assalgono la coppietta, massacrano di botte il ragazzo e violentano a turno la ragazza, mente un terzo complice fa da «palo». Quel giorno Valentina Cavalli, come racconta la madre, è morta una prima volta. A nulla sono serviti l'affetto dei genitori, gli sforzi della ragazza per riprendersi, la psicoterapia, addirittura gli studi universitari in quella materia. La ferita non è mai guarita.
Per altro, i due autori della violenza, entrambi italiani, sono stati condannati in primo grado e in appello, ma non sono finiti in prigione, perché incensurati. Il terzo giovane, che aveva assistito allo stupro, non è stato condannato.
L’11 luglio 2008 Valentina si è impiccata nella sua casa in via Giulia di Barolo. Prima del gesto, aveva mandato un sms ai genitori scrivendo di avere un forte mal di testa. Non era la testa il problema. Era il senso di vuoto per non avere più un'anima e un corpo suo. 

Scommetto che di questa storia non se ne ricorderà più nessuno... sono passati più di 30 anni ormai... Io non ero nemmeno nata... 
Tutto comincia il 6 Dicembre 1981. Stefania Puglisi (10 anni) esce dalla casa della nonna stringendo il suo pinocchio. La strada per arrivare a casa sua è buia. La piccola incontra per strada un'amichetta e le due si mettono a chiacchierare. A un certo punto una macchina con a bordo un uomo si avvicina e attira la loro attenzione. Stefania lascia il Pinocchietto all'amica e si avvicina all'auto. Una volta che l'amica si allontana, Stefania viene spinta a forza nell'auto. Da allora della bimba si perse ogni traccia.
Ora Stefania Puglisi avrebbe 41 anni... è incredibile come un uomo (o una gruppo di uomini, questo non si sa) abbia potuto smorzare l'infanzia a una povera bimba innocente. Purtroppo di fronte a queste storie ci sentiamo impotenti ma già il fatto di leggerle e di avere una cultura sull'argomento ci permette di riflettere, il che oggi giorno non è cosa da poco ❤ Ricordiamoci di Stefania e di tutte le povere bimbe costrette a subire violenze e a non potersi ribellare e denunciamo i nostri aggressori perché ne abbiamo la possibilità ... e non lo facciamo :(  ❤